PIOGGIA DORATA

a cura di Ianus Pravo

                            Portrait of the artist as a young/old pig. Part one

Con la bocca ho sentito la sua vulva tremare, quasi cambiare forma.

Leggo Carlos Lucio Handwerk: “Ebbi sempre la fantasia di praticare la pioggia dorata e alla fine ero sul punto di riuscirci con una ragazza con cui stavo. Ma succede che quel giorno avevo fumato ero, e, come si sa, l’eroina ti chiude gli sfinteri. Così non riuscii a orinare. Dio dà il pane a chi non ha i denti”.

Leggo Pablo Neruda: “E per sentirti orinare, nell’oscurità, in fondo alla casa, come versando un miele sottile, tremulo, argentino, ostinato”.

Posso leggere anche Federico García Lorca, “perché brucino queste genti che possono orinare intorno a un gemito”.

Leggo Igino Astronomo, “Iovis autem in imbrem aureum conversus cum Danae concubuit”, ma Giove, mutatosi in pioggia d’oro, giacque con Danae.

Leggo Leopoldo María Panero: “Ricordi che nel giorno / feroce in cui morì / la dolce Cipria di cui così teneramente / nelle notti d’estate con la bocca abusavamo entrambi / unimmo la nostra orina nell’unico bicchiere / e bevemmo entrambi con il riso d’un bambino?”.

Leggo me stesso: ” Orina, / oro a fondo il gesto / che filtra dall’Amante senza sensi, / senza furia se l’unità di tempo / ne avviluppa le immagini a esaurire / la bocca rossa per la bocca rossa, / desío smorir l’un l’altro niente, niente / starsi oggetto e mudrà del Pantokrátôr. / Orina, oro a fondo per l’oro al corpo, / addormire d’un tempo nel suo cenno / la voce a scegliere margine e ventre, / il volto a respirare cancellato.