Cristina IX

a cura di Giorgio Galli

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Firenze, 11 agosto

Chris, ho novità su Cristina. Una collega mi ha detto che una persona con quel nome si trova in una clinica ad Alba Adriatica e che a volte chiede dove siano finite le sue fotografie. Chiamami appena puoi, forse l’abbiamo trovata. Chiaramente non so in che condizioni sia, se è lucida. Pare che sia molto anziana.

Pensi sia il caso di risentire Silvia? Non ci ha fatto sapere più niente.

 

Roma, 13 agosto

Ho sentito Silvia per telefono. Dice che lei è sempre disponibile, ma se l’autrice è viva bisogna accertarsi che voglia la mostra, altrimenti potrebbe farci causa.

Ti do una notizia su di me: ho ricominciato a scrivere. Racconti brevissimi e crudeli, vagamente assimilabili al genere noir. Non so perché, ma la mia scrittura si sta evolvendo nel senso di una secchezza estrema, di una crudezza desolata. Sono racconti della lunghezza, a volte, di questa lettera. Appena ne avrò fatto un gruzzolo te li manderò, ci tengo a sapere cosa ne pensi.

E tu? Hai scelto le fotografie per la tua parte di mostra?

Qui siamo in un brutto momento, mio cognato a Milano è molto grave e una cara amica di Ilaria è malata terminale. È stato un anno pesantissimo e pare non voler dare tregua.

tuo Chris

Firenze, 16 agosto

Chris, che fine ha fatto l’editore del tuo libro? Si è dato alla macchia? Ormai son passati almeno due mesi.

Ho chiesto alla mia amica se è possibile parlare con Cristina. Mi ha detto che mi farà sapere. Intanto qui un nuovo motivo di dolore, una nuova morte. Un ragazzo di 25 anni, poeta di talento, già abbastanza conosciuto nel suo ambiente. I giornali hanno scritto che s’è  suicidato, addirittura che è morto suicida declamando una sua poesia o contando le copie invendute del suo libro, ma è tutto sensazionalismo. Non si sa di che cosa sia morto, nemmeno l’autopsia ha dato risultati certi. Adesso tutti parlano di lui, ma bisognerebbe leggere i poeti da vivi e non glorificarli dopo la morte. Anche tu sei a tuo modo un poeta. Io lo so. Potresti essere molto famoso, ma al giorno d’oggi è difficile farsi vedere in mezzo a tanto frastuono di parole. Mi ricordo un film di Fellini che si concludeva dicendo: “Forse, se tutti cominciassimo a fare un po’ più di silenzio, si capirebbe di più”. Io sono una persona silenziosa, e anche tu. È difficile vivere da esseri silenziosi in un mondo che parla a vanvera. Ed anche vivere senza maschere in un mondo che ne porta a sfare.

Ieri ho visto in tv l’ultimo film tratto da Anna Karenina. Sembrava una parodia. Uomini e donne dell’Ottocento non avevano quegli atteggiamenti svenevoli, non ammiccavano in quel modo. La loro condotta era severa. Noi abbiamo un comportamento sociale basato sull’eros, ma a quei tempi non era pensabile. Attribuire quelle moine a quei personaggi è un crimine. È volgare. Evidentemente chi ha fatto il film contava sulla condivisione della volgarità fra il pubblico. Dio, come fanno le persone a non vergognarsi pensando che, fra cinquecento anni, qualcuno che vorrà testimoniare della nostra civiltà troverà che i suoi tratti distintivi erano mollezza e volgarità?

Ti getto le braccia al collo, stanca e desiderosa di rivederti presto. Ti mando in allegato le prime foto che ho scelto per la mostra. Dimmi cosa ne pensi.

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